Trattamenti del bambù
I culmi (comunemente dette canne) di bambù (dall’inglese bamboo), come il legno, hanno una durata variabile a seconda delle condizioni (luce, acqua, sbalzi di temperatura etc.) a cui sono esposti. Quello che dal punto di vista ingegneristico strutturale risulta un imbattibile punto di forza al pari di nessun altro materiale naturale, per la durabilità è un punto debole: la sua sezione cava, infatti, può divenire un riparo naturale per molti agenti patogeni.
Per prolungare la vita del bambù è possibile operare dei trattamenti che, tuttavia, le caratteristiche botaniche e fisiche della pianta rendono più difficili che nel legno.
La parte esterna dei culmi, infatti, contenendo un’alta percentuale di silice forma una barriera tanto per gli insetti quanto per i prodotti preservanti; la parte interna è ricoperta da un sottile strato ceroso, anch’esso impermeabile.
Per questa ragione la penetrazione dei preservanti dentro il culmo di bambù si realizza preferibilmente in senso longitudinale, attraverso i vasi conduttivi, che costituiscono non più del 10% del culmo.
In ogni caso, prima ancora dei trattamenti – forse più significative – ci sono alcune buone regole di base da seguire per assicurarsi una maggiore durabilità delle canne:
- raccogliere i culmi durante l’inverno, con clima asciutto e luna calante o vecchia (piena), nelle prime ore del mattino, quando l’attività della pianta è ridotta, per cui vi sono meno zuccheri (appetiti dai parassiti) nella linfa;
- stoccare le canne di bambù in luogo ombreggiato, asciutto e ventilato, non aderenti al suolo e consentendo un minimo passaggio d’aria tra i culmi;
- non usare contenitori chiusi per lo stoccaggio ed il trasporto del bambù, in quanto sono un habitat perfetto per funghi e insetti.
Trattamenti senza prodotti chimici
Trattamento per traspirazione:
Dopo il taglio, i culmi di bambù vengono lasciati con rami e foglie ancora intatti, in posizione verticale e staccati dal suolo (in genere su pietre) al fine di far fuoriuscire l’amido contenuto nel culmo.
Lasciati in tale posizione per non meno di quattro settimane, si conclude con il taglio dei rami.
Immersione in acqua:
I culmi freschi vengono messi in acqua stagnante (anche con sale) o corrente (anche acqua marina) per varie settimane.
Durante l’immersione, gli amidi e gli zuccheri vengono espulsi o degradati dai batteri e quindi si sviluppa la resistenza contro gli insetti o i perforanti.
E’ uno dei metodi più utilizzati ma non raccomandabili per la possibile comparsa di macchie lungo i culmi.
Affumicamento:
Le canne di bambù vengono accumulate in luoghi chiusi a 30-40 cm di distanza dal fuoco ed esposte al fumo.
Durante questo trattamento il riscaldamento provoca la morte degli insetti; inoltre, con l’affumicamento, alcune sostanze tossiche si depositano all’interno del culmo contribuendo a fargli acquisire una qualche resistenza.
L’effetto del riscaldamento permette infine di apportare eventuali correzioni per affinare la rettitudine del culmo.
Incalinatura:
I culmi di bambù sono imbiancati a calce spenta. Oltre ad ottenere l’effetto estetico del colore bianco, con tale trattamento si riduce l’assorbimento di acqua e di conseguenza si ha una maggiore resistenza ai funghi.
Cottura:
Consiste nell’appoggiare il bambù sopra un piccolo fosso contenente brace ardente profondo 30 o 40 cm, oppure utilizzando un forno a gas.
Anche questo metodo viene utilizzato se si vuole contemporaneamente affinare la curvatura del bambù.
Immersione in fango:
I culmi freschi vengono immersi nel fango per 1-8 settimane, dopo le quali vengono stoccati all’ombra ad asciugare lentamente.
Ciò riduce la percentuale di amido, alimento di funghi e insetti, che dal culmo si trasferisce al fango.
Trattamenti con prodotti chimici
In genere questi trattamenti sono più efficaci di quelli tradizionali.
In particolare il trattamento con soluzione di borace e acido borico in proporzione 1:1, oltre a non essere dannoso per l’uomo né per gli animali, è molto efficace ed è consentito a livello internazionale.
Metodo di diffusione verticale per traspirazione delle foglie:
I culmi verdi maturi vengono tagliati alla base senza toccare rami e foglie. Quindi, mantenendoli in verticale, sono inseriti in grandi vasi contenenti una soluzione di acqua calda, acido borico e borace.
Le canne di bambù vengono ivi lasciate fino al momento in cui foglie apicali sono tutte ingiallite. La continua traspirazione delle foglie irrora la sostanza chimica nei vasi conduttori della canna, pertanto gli amidi e gli zuccheri che erano in essi presenti sono sostituiti dalla soluzione, rendendo così il culmo meno appetibile per insetti, funghi e termiti.
E’ questo è il metodo che utilizziamo per la preservazione delle nostre canne.
I metodi Boucherie e Boucherie modificato:
Il metodo Boucherie consiste nell’iniettare il prodotto preservante a pressione attraverso i vasi conduttori del bambù.
Se la pressione del liquido è generata dalla gravità si ha il metodo Boucherie; se invece avviene per mezzo di un compressore o di una pompa si parla di Boucherie modificato e le tempistiche del trattamento sono notevolmente ridotte (fino a 3-8 ore).
Successivamente, il bambù deve riposare in luogo asciutto e ventilato per circa 2 settimane.
Trattamento per pressione:
In questo trattamento si utilizza generalmente un’autoclave; il valore della pressione oscilla tra 0,5 e 1,5 N/mm², per far penetrare le sostanze preservanti in profondità e con rapidità.
Nel caso dei bambù interi è opportuno effettuare due fori, uno subito prima e uno subito dopo l’internodo, in modo da permettere alla soluzione di entrare e all’aria di uscire. Questo metodo sortisce i risultati migliori in quanto a penetrazione del preservante, ma richiede impianti speciali e costosi.
Bollitura:
Consiste nel bollire il bambù per 30 minuti ad una temperatura compresa tra 94 e 100°C in una soluzione di soda caustica (Na-OH) all’1%.
Si consiglia anche l’uso del carbonato di sodio per circa 60 minuti.
Trattamento per immersione:
Dopo aver forato i nodi interni con una punta da 5-8 mm, si pone il bambù orizzontalmente in una vasca contenente il prodotto preservante; dopo 10 minuti il bambù è pronto per essere estratto ed il liquido in eccesso viene fatto gocciolare nella vasca sollevando il culmo.
Il bambù viene poi avvolto in teli di plastica in cui si fa riposare per una settimana; successivamente viene stagionato in posizione verticale per una settimana.
Trattamento caldo-freddo:
Questo metodo è adatto solamente alle tavole di bambù o al bambù splittato in strisce.
Il trattamento consiste nell’immergere il bambù in un liquido preservante a 100°C in cui rimane immerso finché non raggiunge la temperatura del bagno.
Quindi si procede a riportarne la temperatura al pari di quella dell’ambiente.
Durante il riscaldamento, l’aria contenuta nelle pareti del culmo si espande e viene parzialmente espulsa; con il raffreddamento l’aria residua nel bambù si contrae e crea il vuoto in cui viene risucchiato il liquido.